domenica 18 settembre 2016

Norwegian Wood di Haruki Murakami.


Vi consiglio un libro:


NORWEGIAN WOOD (TOKYO BLUES) di Haruki Murakami.

Pubblicato in Giappone nel 1987 con il nome ノルウェイの森 (Noruwei no mori), viene adattato al grande schermo nel 2010 con l'omonimo film. Oggi lo troviamo nelle librerie pubblicato da Einaudi con il titolo Norwegian Wood e la traduzione di Giorgio Amitrano.

Haruki Murakami è uno scrittore giapponese nato a Kyoto nel 1949. Oltre ad avere alle spalle un gran numero di scritti, ha tradotto anche al giapponese opere di grandi scrittori come Raymond Carver, Francis Scott Fitzgerald e J. D. Salinger.

Quando Watanabe sente dopo tanto tempo la canzone Norwegian Wood, viene colto da una piccola crisi di nervi. Sono passati molti anni dal suo periodo universitario, così dentro di lui i ricordi affiorano, e decide di narrarci la sua storia. La vicenda si svolge alla fine degli anni sessanta in Giappone, dove le rivolte studentesche fanno da sfondo alla narrazione del protagonista. Fuggito a Tokyo per discostarsi dal suo passato, Watanabe Tōru rincontra Naoko, una sua vecchia amica di scuola. Assieme al suo ex fidanzato Kizuki, Naoko rappresenta una parte importante della sua vita, proprio quella da cui aveva deciso di scappare. Naoko e Watanabe si innamorano, ma la loro relazione viene ostacolata quando al compleanno di Naoko, il ricordo di Kizuki morto suicida rompe qualcosa dentro di lei, così interrompe gli studi per andare in una clinica pschiatrica.

Ma a partire dalla notte in cui morì Kizuki, non riuscii più a vedere in modo così semplice la morte (e la vita). La morte non era più qualcosa di opposto alla vita. La morte era già compresa intrinsecamente nel mio essere, e questa era la verità che, per quanto mi sforzassi, non potevo dimenticare. Perché la morte che in quella sera di maggio, quando avevo diciassette anni, aveva afferrato Kizuki, in quello stesso momento aveva afferrato anche me.”

Watanabe riprende la sua vita passivamente e all'università incontra Midori, una ragazza estroversa che fin da subito dimostrerà un vero e proprio interesse verso di lui. Così il cuore e la vita di Watanabe si dividono per queste due ragazze: da un lato è sicuro di amare Naoko, che per lui rappresenta il passato con tutti i suoi dispiaceri, dall'altro è sicuro di provare qualcosa di forte per Midori, la ragazza dalle idee chiare che capisce essere perfetta per lui.

Murakami divenne famoso per i suoi romanzi non convenzionalmente in linea ai tempi. I primi, infatti, sono opere oggettivamente visionarie e estroverse, che oltre a discostarsi con la tradizione degli altri scrittori giapponesi, si discostavano anche dalle tradizioni della nazione stessa. Quando ancor prima di Norwegian Wood uscì “Sotto il segno della pecora”, i lettori si ruppero in due fazioni: da un lato coloro che amavano la svolta più sentimentale e adulta, dall'altro tutti quelli che si erano affezionati a quel tipo di trama e di scrittura più crudo e surreale.
Basta aver letto uno dei romanzi antecedenti al 1982  per accorgersi di quanto sia stata evidente la crescita di Murakami. Dovuta alla volontà di evolversi, di cambiare in qualcosa di più completo e maturo, la crescita dello scrittore appare in Norwegian Wood, opera che tratta tematiche importanti utilizzando una trama incalzante che la rende un romanzo di formazione completo di pathos, descrizioni e dialoghi strappalacrime, tutto condito con una splendida colonna sonora prevalentemente “beatlesiana”.
La scrittura, gli argomenti trattati, e il metodo utilizzato per rapportarsi con tali, ci faranno dimenticare l'anno di uscita di questo libro; potrebbe essere benissimo ambientato ai giorni nostri, ed è per questo che mi sembra doveroso ritenerlo un classico della letteratura.
Tale opera è una delle tante di cui ho procrastinato a lungo la lettura, ma che poi una volta iniziata, mi ha tenuto incollato fino all'ultima pagina. È senz'altro un libro di formazione da leggere almeno una, due, tre volte nella propria vita per riuscire nel tempo a coglierne le diverse sfumature e, perché no, magari crescere con lui.
Un fatto curioso che ho appreso leggendo il postscriptum dell'autore è che questo libro è stato scritto interamente nel sud dell'Europa: iniziato il 21 dicembre 1986 a Mykonos e terminato il 27 marzo 1987 a Roma.
In questo esatto momento, mentre scrivo queste parole, lo stereo di camera mia sta suonando Rubber Soul per la seconda o terza volta, e forse è ora che abbia la mia totale attenzione. Spero che le mie parole vi abbiamo convinto ad affrontare questa lettura o che perlomeno che vi abbiano intrattenuto.

Alla prossima recensione,
Parola di lettore.
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2 commenti:

  1. caro Nicolò, ho appreso solo oggi che sei un blogger e ce ti interessi di lettura. Sono davvero contenta di questo. A proposito, sai chi sono? Sono la tua insegnante di lettere delle medie.
    Anche a me piace leggere e amo gli scrittori del Nord Europa, non solo gli scandinavi, ma anche gli islandesi e quelli dell'area baltica. Ma non finisce lì, amo anche gli scrittori iraniani, turchi e israeliani. E poi ho due grandi amori, il più antico si chiama Dostoevskij (letto tutto e tutto d'un fiato, da leggere senza alcun dubbio) quello più recente -si fa per dire- è Saramago. Qualche consiglio? "Il vangelo secondo Gesù", "Caino", "Tutti i nomi", "Le intermittenze della morte".
    buon lavoro e complimenti

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    1. Ciao, certo che mi ricordo.
      Purtroppo la letteratura islandese non l’ho approfondita più di tanto (devo rimediare), ma quello che ho letto mi ha stupito. Mi viene subito in mente Jón Kalman Stefánsson, autore contemporaneo dalla scrittura decisamente originale, e il premio Nobel Laxness, di cui ho letto la raccolta di racconti brevi “Sette maghi” (prima o poi arriverà il turno di “Gente indipendente”).
      Apprezzo molto i titoli e gli autori consigliati, tra tutti Dostoevskij; ricordo che un paio di anni fa lessi “le notti bianche” e ne rimasi davvero colpito.
      Saramago invece non l’ho mai letto, ma ricordo con piacere che lesse qualche pagina di “Tutti i nomi” durante le sue lezioni. Potrebbe essere? Ricordo anche de Il giovane Holden.
      Ad ogni modo, la ringrazio per i consigli e le belle parole.
      Buona giornata.

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